Parlare di WEB 2.0 é sicuramente di moda. Non c’è convegno o seminario dove almeno un intervento non é incentrato su questa tematica.
Se sei tra quelli che ancora non conoscono questo termine allora sei caldamente invitato a leggere quantomeno la . Quella é sicuramente una buona basa dalla quale può iniziare una discussione interessante.
E’ affascinante discutere di questa “filosofia di vivere il WEB” con le svariate persone che lo popolano e apprendere i diversi modi di approcciarsi alla cosa.
Uno di questi punti di vista viene dai tecnici/programmatori/insegnanti un po’ più scafati che, come é naturale, analizzando il fenomeno da un punto di vista molto tecnico.
E’ di pochi giorni fa una curiosa definizione di uno di loro (e non uno qualsiasi ma persona dalle rinomate capacità). La definizione é “fuffa commerciale”
Per quanto sia una definizione così generale che per molti punti di vista mi sento addirittura di condividere, ho voluto approfondire per capire meglio ed ecco quanto é emerso:
– approcciandosi al problema da un punto di vista tecnico (cit.) “si parla di web 2.0 quando si ha a che fare con siti possibilmente , con una buona separazione contenuti/aspetto (XHTML/) e con la possibilità di gestire richieste asincrone (JS/). Se ci pensi sono tutte tecnologie ‘vecchie’, che si sono certamente affinate recentemente, ma che sono in giro da parecchio tempo, prima ancora che si parlasse di web 2.0. Quindi nulla di nuovo, ma un nome ‘accattivante’ per rilanciare cose già viste.”
– approcciandosi al problema da un punto di vista umano (cit.) “Web 2.0 è il web collaborativo, il web delle masse, della partecipazione, dei e dei . Anche in questo caso non c’è nulla di nuovo, se non la presenza di strumenti tecnici che rendono più facile questa interazione, ma che non reinventano, a mio parere, alcunché.”
In conclusione trova che il WEB 2.0 sia solo un’etichetta commerciale ideata per dare una nuova leva a chi si propone con questo strumento con l’unico scopo di spillare più soldi ai propri clienti.
Il fatto che ci sono persone che effettivamente vivono il fenomeno del WEB 2.0 in modo prettamente commerciale non fa diminuire la bontà dell’evento e dell’evoluzione culturale che ne consegue.
Infatti il vero evento sensazionale non é il fatto che i programmatori ci hanno messo a disposizione un nuovo strumento tecnico ma che milioni di persone normali stiano usando questi nuovi canali di comunicazione, informazione e condivisione!
Fondamentale é il cambio di pensiero comune dove non é più l’azienda che decide se il suo prodotto é un buon prodotto, ma é l’utente finale che ha un nuovo, enorme, potere decisionale.
Ora ognuno di noi ha voce in capitolo! E ce l’ha su tutto!
Forse solo ora iniziamo a sfruttare veramente le potenzialità che il web da e le possibilità di crescita e miglioramento che ne consegue!
Concludo con un bellissimo video che spiega il WEB 2.0
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