Di certo non potevo perdere l’occasione di andare a visitare gli uffici di nella mia trasferta romana della scorsa settimana. 7thFloor è un magazine cartaceo distribuito all’interno di numerose aziende italiane che offre nei suoi uffici una soluzione molto interessante di CoWorking già consolidata con successo in numerosi paesi europei, extra-europei e naturalmente negli Stati Uniti.
Alla domanda “Cos’é il Coworking” 7thFloor risponde nel suo sito così:
Un ufficio condiviso per nomadi professionali, creativi, indipendenti, scrittori o programmatori, umanisti o tecnologi. Quelli che lavorano anche e soprattutto davanti alla macchinetta del caffè o dentro i caffè a la bohemienne.
Il progetto è sicuramente interessante. Interessante tanto basta, almeno, per meritarsi un’intervista in diretta su ed un articolo nel .
Ammetto quindi che la mia aspettativa era piuttosto alta quando ho preso il taxi verso “Via Lima 20″ nell’esclusivissima zona Parioli di Roma. Arrivato a destinazione gli eventi si sono svolti abbastanza velocemente e nel seguente ordine:
– Nessun indicazione a “7thFloor” nel campanello e nessuna risposta al numero fisso indicato nel sito
– Velocissima meditazione Zen per trovare la soluzione e non tornarsene indietro sconfitti su tutta la linea
– Ricerca nel sito di 7thFloor di altri recapiti telefonici (Internet nel cellulare salva la vita. Viva il futuro ed il web mobile!)
– Una serie di chiamate a persone (tutte in macchina) che mi danno gentilmente il numero di telefono di qualche collega/socio/amico…
Alla fine sono riuscito a scalare l’Olimpo e parlare direttamente con il Zeus di 7thFloor, , che mi da le istruzioni per accedere al campanello esatto e mi rassicura assicurandomi che nel giro di 10 minuti sarebbe arrivato.
Mi aspettavo di arrivare in un ambiente molto aperto (fisicamente), dove mi sarei seduto sul pavimento assieme al mio fedele portatile ed avrei condiviso idee con i presenti. Al contrario ho trovato una persona sola, Giorgia. Giorgia è l’unica coworker presente in quei giorni e mi ha molto gentilmente mostrato gli ambienti, la sala dati (nel ripostiglio), la macchinetta del caffé (rotta) e mi ha raccontato la sua esperienza. Anche se l’aspetto dell’ufficio non era come mi immaginavo sono sicuro che se in un ufficio sono presenti più persone come Giorgia allora le idee che muovono l’iniziativa funzionano sicuramente!
E’ stato piacevole ed interessante anche l’incontro con Andrea Genovese che mi ha confessato che questo progetto pilota ha avuto molto più risalto mediatico di quanto si aspettava e che sta valutando di spostare gli uffici in un ambiente più grande ed organizzato.
In conclusione l’esperienza è stata positiva o meno? Sicuramente positiva. Vi sono state sorprese, è vero, ma anche molte conferme. Le due più importanti sono che le persone sono il fulcro attorno al quale ruota “il tutto”; il successo dell’iniziativa infatti dipende da tante “Giorgia” che assieme condividono idee ed esperienze, ma il tutto parte da chi sa “vedere oltre” ed in modo non convenzionale come ha fatto Andrea Genovese.
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