SMAU 2008 – Giorni 1 di 2

UPDATE del 21/10: Aggiunta il link alla presentazione del seminario “Enterprise 2.0″

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Oggi è il primo di due intensissimi giorni a Milano. Obiettivo? seguire tutti i workshop più interessanti proposti quest’anno allo SMAU!

Armato di tutto punto (notebook ed il mio nuovissimo iPod nano) prendo l’Eurostar Padova-Milano che, non si sa per quale magia tutta italiana, da Venezi a padova ha già accumulato 10 minuti di ritardo!

Fatalità della sorte ho viaggiato assieme a 2 giapponesi, chissà che hanno pensato, loro che hanno i treni che accumulano 3 minuti di ritardo in un anno intero

Arrivo alla stazione di Milano, corsa in metropolitana super coordinata, tappa in albergo per lasciare armi e bagagli ed eccomi allo SMAU. Quest’anno collocato ai nuovi padiglioni di Fieramilanocity.

Il primo workshop della giornata si intitola Business Social Networking: capitalizzare ed attivare le risorse aziendali.

Si è parlato della reputazione online (ormai importantissima) si è parlato del fatto che non è più possibile essere irraggiungibili ed invisibili on-line. Inizialmente pensavo parlassero delle aziende. NO, parlavano delle persone che formalo l’azienda.

Al motto “voi siete quello che apparite”, che forse suona un po’ come “l’abito fa il monaco” ma che secondo me significa sei quello che dimostri di essere, se non sei di più signific che non dimostri di più, torniamo ifficialmente ed in pompa magna nell’era dell’apparire, ma forse in un modo un po’ più Sano. Voi che ne pensate?

Purtroppo questo workshop non ha dissipato un mio grande dilemma. Businness Social Networking è “solo” la persona dell’azienda che si butta on-line su questi strument o si sono possibilità (o ha senso che ci siano possibilità) che sia l’azienda in quanto entità ad entrare a far parte dei social tetworking? O semplicemente rimane sempre valido il concetto di base che la relazione è tra le persone e non tra entità impalpabili e poco identificabili?

Accenni interessanti sono stati fatti sulle comunità di pratica, bene, e sul fatto che forse le aziende dovrebbero valutare anche la possibilità di creare i propri social network e non solo poplare in modo più o meno confuso quelli che sono “l’ultima moda”.

Inizia il prossimo workshop… see you later!

UPDATE delle 13:30

Ho seguito Enterprise Genereted Content: le imprese diventano editori. Sicuramente molto competenti sia Paolo Prestiniani che Paola Dubini, ma forse non sono riusciti molto ad arrivare al pubblico con la loro interessante presentazione.

Secondo uno studio ed un analisi fatta da loro non esiste più il concetto di Publischer (che può essere o il mondo Enterprise o il mondo delle Istituzioni) e separato il ruolo dell’utente che usufruisce dei contenuti. Osa sono tutti attori con ruoli intercambiabili che da una parte creano UGC (User Genereted Content) mentre dal’altra EGC (Enterprise Genereted Content).

Torna anche qui il concetto comune di una nuova era della comunicazione e sento citare nuovamente a pochi giorni di distanza il “” del 1999 con il suo primo punto : i mercati sono conversazioni. A questo concetto si collegano Paolo e Paola proseguendo “Se i mercati sono conversazioni allora le imprese sono storie”.

Le aziende che vogliono anche diventare editori devono avere:

– la capacità di trasformare un’idea cretiva in un prodotto o servizio informativo

– la dimensione dei cataloghi (meglio un grane pennello ed un pennello grande  )

– l’importanza di un format

– la gestione di celebrities

– la gestione del ciclo di vita del contenuto

Emblematico l’esempio di Apple che prima ancora di far uscire un prodotto crea attorno ad esso: mistero, attesa, evento, il concetto di eroe, magia.

Mi ricorderò per molto tempo la domanda di Polo “Scommetto che molti di voi hanno un iPod, se vi chiedessi perché avete scelto un iPod piuttosto che un altro lettore MP3 che risposta qualitativa dareste?” Io, da “uomo tecnologico” l’uncia riposta che avevo era “l’ iPod è figo”

Brava Apple

UPDATE delle 15:40

Rieccomi dopo l’Enterprise 2.0: verso una nuova organizzazione aperta, flessibile e sociale! Tenuto da Andrea Pesoli della School of Management del Politecnico di Milano.

Intervento impeccabile e con quell’impronta didattica che non fa mai male. Siamo daccordo che appena mette la presentazione su slideshare mi avvisa in modo da poterla linkare e rederla disponibile a tutti  W la condivisione dei contenuti!

“Ecco il link alla presentazione: “

Partendo dall’elencare i trend organizzativi emergenti (mobilità, turnover, dispersione, temworking, networking, gestione per processi) ha ribadito più volte quanto sia fondamentale investire nelle tecnologie che permettono poi di attuare quelle soluzioni sociali che sono 2.0.

Anche qui due concetti chiave, uno è “che è diventato più importante il know-who rispetto al know-how” e l’altro è che “innovare significa saper coinvolgere sia i clienti che i partner”.

Per me fondamentale è stata la domanda post alla fine e che molti pochi fanno “Esiste veramente l’Enterprise 2.0?”, cioè esistono realtà dove si adottano solo soluzioni di condivisione etc etc? La risposta è no, il puntodi forse è un equilibrio tra il sistema entralitario dell’azienda classica e dell’adozione delle giuste soluzioni Web 2.0!

Intanto mi sono segnato un altro libro da leggere “The starfish and the spider”, voi l’avete già letto?

UPDATE delle 18:25

Gli ultimi due eventi della giornata sono stati Dalla Business TV all’Enterprise Genereted Video e World Wide Web: nuove frontiere della comunicazione e del marketing.

Partiamo dal secondo; quello che ho da dire è: NULLA

Purtroppo mi aspettavo tutt’altro tipo di intervento. Eh si, le aspettative sono sempre una gran bella gatta da pelare

Diciamo che era molto molto molto molto introduttivo all’argomento.

L’altro workshop invece ci ha detto che il 20% degli americani guardano la Web TV e che, anche se timidamente, si torna a parlare di Mobile TV.

Inoltre le sei parole sacre per un video dedicato alla Web TV sono:

– semplicità

– concretezza

– inatteso

– emozione

– credibilità

– storie (sia attuali che potenziali)

SI, tutto bello, ma per utilizzare un po’ del punto 2, cioè la concretezza, quello che mi è arrivato è che la Business TV non è ancora matura e quindi, per quest’argomento, appuntamento all’anno prossimo con i ragazzi dell’osservatorio della Bocconi

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Questo è l’ultimo (forse) update di oggi. A domani!


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