Chi di voi conosce Wired? Beh, io lo leggo da quando è uscita la versione italiana, peché parla di Internet e di Tecnologia, ma parla anche di qullo che siamo grazie a queste due “cose” e di quello che diventeremo, sempre grazie a queste due “cose”.
Poi parla di persone, persone che sono già nel futuro, o di un futuro che ancora non capiamo essere già qui, e di come noi possiamo decidere se essere motore del cambiamento (e così decidere in quale direzione andare) od essere gli spettatori di ciò che verrà.
Oggi vi scrivo per condividere con voi l’editoriale del numero di gennaio scritto da Riccardo Luna, perché leggendolo su buona parte del testo identificavo buona parte della filosofia di Evolution Travel, mi sembrava parlasse dei Promotori Evolution Travel, di cosa li spinge a fare questo lavoro e della forza del loro/nostro Network.
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Un giorno, presto, capiremo che è arrivata l’ora di usare Internet per quello che davvero è: non “un paio di calzini”, come mi ha detto un grande giornalista che non ha capito nulla, ma il più potente strumento a disposizione di ciascuno di noi per cambiare il mondo. Oggi, nel 2011, non abbiamo alibi se non ci proviamo. Possiamo svelare le bugie dei governi (lo hanno già fatto). Fare un partito di cittadini uniti dalla voglia di innovazione (è già successo). Possiamo unire i cervelli in fuga e farli lavorare assieme da posti lontani (sta capitando). O anche solo lanciare una startup. O un semplice sito. Creare del valore, mettere in moto intelligenza e servizi.
Fare ciascuna di queste azioni è molto di più di comportarsi bene: è impegnarsi. Ma sapendo che comunque vada non sarà vano. Può sembrare una piccola cosa, ma c’è un dio nelle piccole cose. Come mettersi in rete. Liberare una piazza con una antenna Wi-Fi. Noi iniziamo da una grande piazza di Milano, accanto ai nostri uffici. Quella intitolata a Luigi Cadorna (nella foto), il generalissimo infausto della prima guerra mondiale. Andateci fra qualche giorno. Collegatevi col telefonino, il tablet o il pc. Navigate dove vi pare.
Ricominciate a sognare. E se volete da allora chiamatela piazza Wired. Ma, soprattutto, fatelo anche voi, se potete: adottate una piazza, liberate una strada, diventate un hotspot. Siamo una rete e più grande sarà la Rete più forti saremo noi. Un giorno forse farete la rivoluzione. Lo so che la farete. Perché dopo Caporetto viene sempre Vittorio Veneto.
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