Chatbot, perché se ne parla tanto?

Si chiamano chatbot, esistono da più di 20 anni e ultimamente sono tornati a far parlare di sé, perché? Come possono esserci utili? Quale sarà la loro evoluzione futura?

Chatbot è l’associazione di due parole: chat+bot. Quindi che cosa sono i BOTs?
Bot è semplicemente l’abbreviazione della parola Robot.
I bot sono perciò dei programmi che funzionano in autonomia o che si attivano sulla base di input ben specifici.

Facciamo un paio di esempi:

  1. i motori di ricerca usano dei programmi per scansionare in automatico tutte le pagine di tutti i siti del web, con lo scopo di catalogarle, indicizzarle, scoprire se ci sono siti o pagine nuovi, o siti e pagine non più presenti, etc.
    Questi programmi sono chiamati “bot dei motori di ricerca” o “spider” o “crawler”.
  2. quando vai in posta e prendi il numero per fare la file, a seconda di quale pulsante premi ti esce un tagliando che ti mette in coda nella fila giusta, ti dice quante persone hai prima di te e quanto dovresti attendere prima di essere servito.
    In questo caso il programma si attiva sulla base di input ben specifici: quale servizio scegli, quante persone hai prima di te, mediamente quanto ci mettono a servire le persone. Anche l’eliminacode è un “bot”.

Le chat invece sono degli ambienti dove 2 o più persone possono comunicare tra loro principalmente tramite messaggi scritti e scambiarsi immagini, video, audio etc.

Fatte queste premesse, veniamo ora ai Chatbot 🙂

I chatbot storicamente hanno fatto sempre parte del secondo caso e come dicevo prima esistono da oltre 20 anni.
Nei giochi vengono chiamati NPC (not-player character), in pratica sono personaggi non giocanti. Quando ti avvicini ti salutano, quando gli parli/scrivi ti rispondono, e lo fanno sempre nello stesso modo sulla base di schemi predefiniti, non importa quanto elaborati siano e quante cose sappiano “dire”…. un po’ come gli eliminacode, dipende “da quale pulsante premi”.

Oggi però i chatbot sono profondamente cambiati e, tramite l’uso del machine learning, l’intelligenza dei chatbot migliora man mano che vengono usati, dando la sensazione che stiamo parlando con una persona vera, quantomeno finché ci limitiamo a parlare di argomenti specifici e non generici.

I social sono ormai inondati di Chatbot e bot in generale. Possiamo dividerli in 3 categorie:

  • Political: principalmente usati su Twitter, questi bot sono utilizzati per divulgare informazioni e fake news per manipolare le intenzioni di voto delle persone.
  • Vanity: utilizzati per accrescere il numero di follower e l’engagement per dare l’apparenza che l’account social abbia un “influencer score” maggiore del reale
  • Conversion/Traffic: generalmente utilizzati per convogliare traffico verso un sito, conversano riguardo uno specifico topic finendo poi con l’indicare un link che rimanda ad una pagina dove compiere un’azione specifica, tipo un acquisto o la compilazione di una form.

Come dicevo prima, i chatbot sono cambiati e stanno ancora cambiando.

Oggi, se voglio creare un chatbot, ho a disposizione diverse applicazioni che mi aiutano moltissimo nel lavoro.
I chatbot nascono multipiattaforma, quindi posso crearne uno ed è subito disponibile per esempio su Facebook Messanger, Telegram, Skype, ma anche su Alexa, Google Home etc. attivando la componente vocale solitamente con un semplice “click” nel pannello.

Inoltre già ora le applicazioni per gestire i chatbot permettono di passare da un sistema di conversazione basato su un albero delle decisioni (se mi dici questo allora rispondo quello), ad un sistema di conversazione circolare, più flessibile e che maggiormente rispecchia come le persone dialogano.

Come evolveranno nei prossimi anni i chatbot?

E’ molto probabile che i chatbot per come li conosciamo sino ad oggi spariranno completamente; rimarrà però l’intelligenza conversazionale che verrà integrata in ogni applicazione o tecnologia moderna, che sia l’auto, il cellulare, gli elettrodomestici e chissà cos’altro.

 

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